Lectio Divina - 20/10/2011

Mt 22,34-40

34 Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35 e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36  "Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?". 37 Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38 Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. 39 E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. 40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".  

Lectio

Questa non è solo una riflessione sul comando dell’amore, ma una lettura lineare che ci colloca in un contesto di risurrezione: chi vive amando fa esperienza di ciò che si vivrà in pienezza nella vita oltre la morte. Il comando dell’amore è il passaggio dalla morte alla vita ed è anche il distintivo del cristiano… la consegna che Gesù lascia come testamento. La cosa sorprendente è che Dio comanda (co-mandare = ci manda insieme) verso la destinazione più gratificante dell’uomo: l’amore. In questo comando c’è l’essenza profonda dell’uomo che, chiamato ad amare Dio con tutta la vita e con tutta l’intelligenza, realizza in questo modo la propria immagine e somiglianza al suo Creatore praticando l’amore. L’amore è l’omologazione continua a Dio!!! La novità consiste, non nella formulazione, nel dono che Dio ci fa per poter amare; per cui il nostro amore è semplicemente una risposta ad un amore che ci precede. Qual è il comando grande? La legge comprende tutta la Torah e non solo il Decalogo, fino ad estrarre 613 norme (365 divieti e 248 precetti). La domanda è finalizzata al principio che ispira tutto questo. Gesù nella sua risposta va oltre e dice che c’è un primo comando e un secondo, ma entrambi sono uguali, e tutto deriva da qui: se c’è conformità all’amore di Dio e del Prossimo allora tutto va bene. Si ha il principio della libertà e della legge, che è la legge dell’amore, che è legge a se stessa. La novità consiste nel mettere vicini questi due comandamenti che nell’AT erano concepiti distanti. Il fondamento di questa equiparazione sta nel fatto che in Gesù (vero Dio e vero Uomo) consistono le due dimensioni… per cui amando Dio si devono amare gli uomini e viceversa. Dio si è fatto uomo… una carne sola con l’umanità!!! Questo ci fa capire la grande dignità che l’uomo deve avere di sé, e come è chiamato ad amare Dio e a diventare l’altra parte di Dio: il suo interlocutore preferito. È alla luce di tutto ciò che bisogna leggere questo brano come evangelo, buona notizia, che realizza le aspirazioni del genere umano, e non solo come comandamento. I farisei, saputo chesi radunarono… anche in questo caso ci si riunisce per tentarLo. Ciò dice che a loro non interessa la verità, ma liquidare quest’ultima e con essa anche Gesù. C’è un attacco a Gesù, perché si vogliono difendere le proprie idee e il proprio legalismo; che vanno a sostituire sostanzialmente le relazioni tra gli uomini. Allora l’importante non è chiedersi se si ama, ma se c’è stata l’osservanza delle regole. Uno di loro, un esperto… l’interrogazione è rivolta a capire qual è il comando grande: cioè conoscere il principio che interpreta la legge. Inoltre, al tempo di Gesù questa era una delle tante discussioni che animavano le varie scuole dei rabbini. Gesù, contrariamente a tutto, rifiuta questo tipo di discussione e sposta il problema sul suo autentico nucleo: Amerai (Dt 6,4s). Interessante è questa risposta, perché tutto si può comandare tranne che amare. Allora quale messaggio vuole lanciare? Cosa significa amare? Circa il comando di amare è da precisare che co-mandare (cfr sopra per il significato) è un invito ad andare tutti verso l’amore… perché l’uomo, costituito da questo comando, si realizza in base ad una proposta che viene da Dio, e in seguito è mandato a proclamare questa verità. Ecco che Gesù propone come comando di amare Dio, perché sa che uno diventa ciò che ama… ed amare Dio significa diventare come Lui. Si deve dedurre che l’amore unisce le persone, crea comunione e comunità, e non divide. Allora crollano tanti pregiudizi nei confronti di Dio, che domanda semplicemente di amarLo, e non chiede di dare spazio a tutte quelle fantasie a noi trasmesse e che spesso albergano nella nostra mente. Da questo comando dipende la vita di Dio e la nostra: l’uomo che ama è espressione di Dio che è Amore e gli altri capiranno questo grazie alla nostra testimonianza. Amare una persona è principalmente ricordarsi (portare nel cuore); un ricordo che diventa una costante nella vita e un principio d’azione nella quotidianità. Amare Dio è averLo dentro la propria vita come amore e muoversi come a Lui piace. Si arriva ad una omologazione perfetta. Così l’amore è il principio che trasforma tutto e tutti. Amare Dio con tutto il cuore significa essere liberi davanti a tutto il resto, perché il nostro cuore vive nella pienezza dell’amore che riceve e sentendosi appagato può amare incondizionatamente nella misura in cui si resta legati alla Vite/a. Si deve amare con tutto il cuore: senza riserva alcuna. Con tutta l’anima = vita: cioè con i beni a nostra disposizione. Bisogna comprendere che l’amore non è solo il cuore che gioisce, ma anche mettere a disposizione i beni che servono per fare del bene e non per fare e farsi del male. I beni, come segno della bontà divina, devono essere usati per creare comunione. In questi beni sono da includere anche le doti naturali che possediamo. Con tutta la mente significa che l’amore ha come occhi l’intelligenza: non si può amare ciò che non si conosce, e se si conosce si ama, e più si conosce e più si entra nel piacevole “vortice” dell’amore. È questa la vera identità dell’uomo… si ama in quanto amati!!! Se manca l’amore in questa triplice dimensione, si vive nell’infelicità. L’assenza dell’Assoluto rende insoddisfatti e tristi. E il secondo è simile… specificato il grande comando, ci si aspetterebbe una serie di piccoli comandi. Ma il testo dice che non è così: il comando è unico con un primo e un secondo aspetto, per cui l’unico dovere che si ha è quello dell’amore. Allora ciò che si costruisce nell’amore e nella libertà rispecchia totalmente la volontà di Dio. Il contrario è solo egoismo. Il secondo è simile perché Dio si è fatto uomo; e nel volto dei fratelli bisogna vedere Dio… amando l’uomo sia ama Dio e si sperimenta la grandezza dell’amore che unisce: da due si va verso l’Uno. Si vive la propria identità nell’unità dell’amore… fino ad essere tutti uno in Cristo. Il prossimo come te stesso (nel testo ebr. Come fossi tu)… se uno non ama se stesso, non può amare Dio e l’altro. È questa una verità in quanto su entrambi (Dio e il Prossimo) si deve riversare lo stesso amore che abbiamo per la nostra vita. Come fare ad amare se stessi? Solo se ci si sente amati e la vita viene vissuta come dono da restituire, si riesce ad amare se stessi. Si è amati, si ama, amando me stesso, amo l’altro. Allora la caratteristica dell’amore è essere donato… il contrario dell’egoismo. A livello grammaticale il “prossimo” è superlativo di vicino. Ma se è già difficile amare il vicino, perché diventa lo specchio dei miei limiti, dei miei difetti e su tutto ciò ci si scontra, immaginiamo quando è difficile amare il prossimo. C’è da dire che l’amore è più forte di qualsiasi cosa, perché tiene conto di tutti questi limiti, e fa di questi ultimi il luogo di relazione e di comunione, fino ad espellere la negazione e l’aggressione e a creare la comunione. In questo “mistero” consiste il divino!!! L’altro ed io in tutta la nostra “piccolezza” ci troviamo a costruire ed edificare un sistema di comunione. Allora si comprende che la libertà non è un fare ciò che si vuole, ma è la capacità di amarsi reciprocamente. Tutto il resto è schiavitù. Come se stesso significa dire all’altro che la chiave di realizzazione della propria esistenza è nell’amore, e che bisogna amare così come si è, senza pretese o altro. È questa l’unica via da percorrere per essere felici. Il comando è uno, perché Uno è lo Spirito Santo che abbiamo ricevuto dal Padre e dal Figlio, e ci rende uno. Da questi due… la legge è un riferimento all’amore, nuova legge. I Profeti parlano di un cuore “nuovo” che offre la capacità di amare e di essere aperti alla novità di Dio.

 

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