Lectio Divina - 17/11/2011

Mt 25,31-46

31 «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. 32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; 33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; 36 fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi". 37 Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? 39 Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?" 40 E il re risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me". 41 Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! 42 Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; 43 fui straniero e non m'accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste". 44 Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?" 45 Allora risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me". 46 Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna».

Lectio

Siamo arrivati all’ultimo quadro del capitolo: il “Giudizio Universale”. Tutti abbiamo in mente l’immagine che troneggia nella cappella Sistina del Palazzo Apostolico. Ma il testo, contrariamente a ciò che si pensa, vuole rappresentare il “dramma” della Venuta del Signore, che non è una prospettiva su come sarà la “fine”, ma su cosa bisogna fare “ora”. Questo per dire che il vangelo si radica nel passato, ha una prospettiva nel futuro, ma è un rimando alla fede di tutti coloro che vivono nel presente, e che hanno l’impegno di amare. Il giudizio futuro si gioca su cosa io faccio al fratello nel mio presente. Infatti, letto in questa ottica, il centro del brano è: quando mai ti abbiamo visto? Seguito dalla spiegazione di Gesù. Allora il brano è un richiamo a riconoscere tra i “piccoli” il Signore che viene. Si comprende che ci si trova nel centro del cuore umano e della fede cristiana… da lì a poco Gesù sarà il povero per eccellenza e nessuno lo aiuterà, perfino i discepoli: “tutti lo abbandonarono”. Questo brano è un invito a cambiare logica: si deve passare dalla violenza all’accoglienza. Ciò implica cambiare stile di vita: anziché impostarla sulla prepotenza che porta alla morte, bisogna viverla nell’amore che spalanca le porte della Comunione con Dio. Gesù ci scopre e racconta il giudizio futuro, per dire che è la logica conseguenza di ciò che si fa “Oggi”. Fede e Opere (lettera di Giacomo) qui trovano la sintesi ideale… la semplice filantropia non salva, perché il testo è indirizzato ai credenti,e dice che la fede è indispensabile per la salvezza. Il brano precisa i disvalori sui quali spesso è radicata la nostra esistenza: tutto è un contrappunto tra i due schieramenti che sono presenti nel testo. Il giudizio finale non lo scrive Dio alla fine; ma lo scriviamo noi, al presente, con ciò che facciamo. Accogliere è il verbo che riassume tutto il giudizio: Dio ci accoglie, se noi accogliamo Lui negli Altri. Nel rapporto con gli ultimi si ottiene, l’olio, si raddoppiano i talenti e si consegue la Vita Divina. Quando il Figlio dell’Uomo verrà… il brano si apre con un avverbio temporale: quando? È un richiamo alla domanda: quando verrai nella tua gloria? Proseguendo la lettura del vangelo, ci si accorge che le varie pericopi si aprono con “quando… allora”. Il tutto avviene in questo preciso momento!!! La venuta nella gloria è quella della croce, segno di amore supremo e di perdono… senza restituire il male che il mondo gli fa. Genti, nel vangelo significano i Pagani. Non è questo un richiamo al giudizio riservato ai non-credenti. Ma qui si vuole indicare l’umanità intera, perché Dio è Signore di Tutti. Il giudizio sarà una separazione, gli Uni dagli Altri, e verrà separato il bene dal male (cfr la Parabola della Zizzania); per cui noi non dobbiamo giudicare nessuno, perché il Giudizio sarà fatto da Dio e solo alla fine. Però il giudizio bisogna farlo dentro di Noi, perché è una Parola diretta al lettore che ascolta… alla luce della Parola, bisogna separare il bene dal male. Le pecore dai capri… pecore stanno ad indicare gli animali minuti, capri sono quelli destinati al sacrificio. Quindi si separano quelli da conservare da quelli da macellare. Ecco allora che la distinzione è un indice che il giudizio sarà per la vita e per la morte. Allora il re dirà… si hanno tre passaggi: sentenza, motivazione e spiegazione. Il Signore è il Re che si identifica con gli ultimi, e notificherà che la salvezza è un venire presso di Lui. Nella comunione del Figlio riceviamo il regno e la benedizione del Padre, e tutti siamo predestinati alla salvezza… ad essere figli. Questa realtà futura dipende dalla nostra responsabilità e da come viviamo il presente. Perché ho avuto… in questo modo viene presentata la motivazione strettamente legata al discorso delle Beatitudini; e Gesù si identifica con coloro che versano in condizioni di precarietà. Altro aspetto è che Lui ci salva in quanto povero, e aiutando il povero ci si salva. Allora il compito dei credenti è togliere quella ingiustizia, quella bramosia di ricchezza che crea la povertà. Siccome i poveri sopportano il nostro senso di giustizialismo e la conseguenza di tanti nostri “capricci”, bisogna iniziare un cammino di attenzione verso questa realtà che interpella ciascuno di noi. Riconoscendo in loro il mio male mi avvicino e così ottengo la salvezza. E qui non può non essere citata l’opera di Madre Teresa, che andava in cerca dei più poveri tra i poveri… iniziare ad avere rispetto per queste persone e farle entrare nel mio orizzonte. Per dire che è una cosa che riguarda il presente della nostra vita, prima di presentarsi al Lui, la scena è descritta al passato. Allora i giusti… in un modo del tutto sorprendente chiedono quando? Cioè quando vediamo il Signore? Colpisce anche una certa forma di “inconsapevolezza”: hanno fatto questo ma non si sono posti il problema!!! Amen io vi dico… si è di fronte ad una verità di fede… è una verità fondamentale… il più piccolo è l’immagine più nitida di Gesù. Chi vuole vedere Dio deve guardare Gesù… chi vuole vedere Gesù deve guardare i più piccoli. Chi sono i più piccoli? 2 letture: 1. Ogni uomo è figlio di Dio, più è nel bisogno e più fa vedere il volto di Dio perché interpella noi ad essere fratelli. 2. Potrebbero essere coloro che già stanno con Lui e con i quali Egli si identifica, visto che non stanno né a destra né a sinistra. Forse sono gli stessi discepoli che stanno con il loro Signore e che hanno subito la sua stessa sorte (cfr. cap. 10). Poi dirà a quellisinistra… anche a questi rivolge la sentenza opposta rispetto a quelli di destra: tutta la loro vita è stata lontana da Lui e ora non possono stare vicino. Sei i primi sono benedetti dal Padre, questi sono maledetti dalle loro stesse azioni. La vita dei primi è stata bruciata dall’amore per gli altri, e ora godono; mentre la vita dei secondi è stata autoreferenziale e ora viene bruciata dal fuoco, perché lì non ci può essere posto per il male. Anche qui, come nelle altre due scene, dovremmo identificarci con i secondi per essere come i primi. Precisazione: Dio non allontana nessuno e soffre quando c’è un allontanamento dovuto a ciò che l’uomo ha fatto. Signore, quando mai tie non… c’è una ripetizione ossessiva della povertà di modo che resti impressa bene nella mente. Di fronte a questo racconto, la croce di Gesù diventa la logica della storia e soprattutto di quelli che portano la croce del mondo. Il futuro dipende da ciò che facciamo ora... ed è ora che bisogna cambiare l’agire umano. Amen vi dico… il brano termina ancora con l’indicazione binaria. Ma per poter percorrere la prima, bisogna riconoscersi nella seconda: iniziare un cammino di conversione verso la prima via. Bisogna considerare la ricchezza come “valore per…”, altrimenti i ricchi non sono dignitosi. È giusto avere una vita dignitosa, ma si deve prendere coscienza che il povero è il Mio Signore.

 

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