Lectio Divina - 21/03/2012

Gv 12,20-36

20 Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. 21 Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22 Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23 Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. 24 In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25 Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26 Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27 Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! 28 Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!». 29 La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30 Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31 Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32 E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33 Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire. 34 Allora la folla gli rispose: «Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come puoi dire che il Figlio dell'uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell'uomo?». 35 Allora Gesù disse loro: «Ancora per poco tempo la luce è tra voi. Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. 36 Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce». Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose loro.

Lectio

Il brano inizia con i Greci, pagani, che vogliono vedere Gesù. Ed in questo termine c’è il vero problema di ogni momento storico: vedere Gesù, conoscerLo, credere in Lui, così come è detto in tutto il vangelo. Qual è il luogo e il momento per soddisfare tale desiderio? La Gloria = La Croce, il luogo dove si rivela l’identità di Dio e si realizza il detto del “Chicco di Frumento”. Lanima mia è turbata… è questo un richiamo all’agonia di Gesù nell’orto (non raccontata da Giovanni), e l’altro richiamo è la trasfigurazione con “la voce dal cielo”. E dal versetto 31s è riportato il senso della sua vita: elevato sulla croce, essere attirati a Lui, tutti comprenderemo chi è Dio, e sarà espulso il capo di questo mondo proprio da questo gesto d’amore. In questo contesto viene demonizzata l’immagine di Dio: non un (super)potente che detiene tutto/tutti, ma è uno che dà la vita per tutti. Greci sono quella parte di popolazione che aveva deciso di simpatizzare per Gesù, in questa fascia di persone ci stiamo tutti, anche noi, che “vogliamo vedere Gesù” attraverso la fede d’Israele (Filippo-Andrea). L’accesso a Gesù è sempre legato alla mediazione di coloro che l’hanno testimoniato. I discepoli in questione (due nomi greci) sono coloro che richiamano alla scena del Battista presso il Giordano; e come è capitato a Pietro così capita oggi: si può vedere/conoscere il Cristo se qualcuno lo media. Occorre dire che in Giovanni il verbo vedere/conoscere è il punto d’arrivo della fede, che non è cieca ma è vedere (= sperimentare – vivere) la realtà del Signore. Alla domanda Gesù risponde con dove e come possono vedereLo: è venuta lora che sia glorificato. È venuta lora, termine che compare nelle nozze di Cana e in altri testi, adesso è giunta lora, quella della croce, della rivelazione totale, della luce piena, della glorificazione, della rivelazione d’amore di Dio Padre nel Figlio dell’Uomo. Così la gloria, a scanso di equivoci, viene spiegata con la metafora del chicco di grano. Il chicco in sé non dice nulla, ma se cade per terra porta molto frutto: questa è la gloria del seme. In questo contesto Gesù sta dicendo che la sua gloria non è la morte, ma la capacità di dare la vita, proprio come il chicco di frumento, e nel suo dono c’è anche quello del Padre. Se il chicco non muore, rimane solo… c’è una legge universale, valida anche per il Figlio dell’Uomo, che è quella di morire. La natura dell’uomo è morire!!! Muore anche Gesù con la differenza che la sua non è una morte finalizzata a se stessa, ma è il dono della sua vita, perché tutta la sua vita è un dono d’amore, e così anche la morte è dono d’amore pieno a chi lo uccide. Un dono d’amore assoluto e gratuito… questa è la gloria. Allora il Signore lo si può vedere nella sua morte!!! Chi amachi odia… anche questa, come la prima, è una legge universale: l’egoista e l’altruista. La vita è relazione: se ti chiudi la perdi, se la vivi come dono, la guadagni per sempre. Il mio vero io è sempre l’altro. Chi mi vuol servire, cioè chi si mette sulla scia di Dio, che è servizio e amore, sarà ricompensato, contrariamente a chi segue una via signorile o padronale. Nel servire Gesù, tutti possono imparare questa nobile arte perché Lui è il maestro del servizio. Dopo aver detto queste cose, Gesù sperimenta dei sentimenti che non devono essere trascurati: ora lanima mia… in questi versi sono concentrati, come già detto, l’agonia nell’orto e la trasfigurazione. Il turbamento di Gesù è una forma di solidarietà piena con l’uomo, che di fronte al suo “destino” è pervaso da queste paure. Gesù stesso vorrebbe evitare questa morte, ma di fronte a tale situazione si affida totalmente al Padre (Abbà), e vive tutta questa angosciosa solitudine nella fiducia in Dio Padre; e a differenza del Primo Adamo, che non ebbe fiducia, Lui è il Nuovo Adamo, che esprime tutto il suo amore di Figlio in un contesto di avversità, ristabilendo il rapporto di fiducia filiale. Per questo sono giunto a questora… vorrei che fosse diverso, ma sia fatta la Tua volontà proprio in questo momento di angoscia, perché Tu sei il Padre della vita. Padre glorifica il tuo nome… realizza Padre il dono di una vita, ciò che il tuo nome significa, l’essere fratelli e figli. Venne dal cielo… c’è l’esperienza della trasfigurazione. Il nome del Padre è stato glorificato in Gesù che ha rivelato il suo amore per i fratelli, e lo glorificherà nella sua morte, che è il luogo della testimonianza di un amore assoluto di Dio per il mondo. La Trasfigurazione è la vita e la morte di Gesù come luogo della manifestazione piena del Padre. Allora la forza per dare la vita viene dalla conoscenza piena dell’amore del Padre. Venne una voce, oltre al richiamo alle teofanie dell’AT, qui riprese per dire chi è Gesù, si vuole precisare che tutto questo serve solo a noi uomini, ancora increduli e sulla via della perfezione. Ora è il giudizioe Io quando sarò elevato… è la terza predizione della morte, che a differenza delle altre due porta al giudizio di questo mondo. La croce è il giudizio di Dio sul mondo, perché è il segno concreto dell’offerta della vita per questo mondo. E in questa offerta di vita viene espulso dal mondo il “capo” del mondo (l’anti-Dio), che si è impadronito del mondo con l’inganno. Il giudizio ha il compito di smascherare il male e dare agli uomini la possibilità di camminare sulla via dell’amore, in questo modo così è vinta la radice del male. Il risultato dell’innalzamento è che tutti saremo attratti a Lui = andremo verso di lui. C’è il movimento contrario ad Adamo e così si diventa se stessi. Allora gli rispose la folla… siamo di fronte ad una obiezione, alla quale Gesù risponde con un paragone sulla luce: ancora un po’ e Gesù scompare, però finché c’è luce si deve camminare nella luce per evitare di cadere nelle tenebre. In sintesi: Gesù si propone come la luce del mondo, il senso della vita, che offre risposte alle domande dell’uomo, e finché c’è questa luce bisogna camminare in essa. Si nascose… dove? Nelle tenebre, perché fine principale è illuminarle… tutto questo è il resto del vangelo.

 

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