Lectio Divina - 25/04/2012

At 4,8-12

8 Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, rispose loro: “Capi del popolo e Anziani, 9 noi oggi siamo giudicati per il beneficio recato a un uomo infermo per sapere grazie a chi egli sia stato salvato; 10 sia noto a tutti voi e a tutto il popolo di Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso, che Dio ha risuscitato dai morti, in virtù di questi costui sta davanti a voi sano. 11 È lui la pietra disprezzata da voi costruttori, che è diventata la testata d’angolo. 12 In nessun altro c’è salvezza; non c’è, infatti, sotto il cielo altro nome, dato agli uomini, per il quale sia necessario che noi siamo salvati”.

Lectio

Altro tema caro agli Atti è quello della persecuzione legata alla testimonianza resa su Gesù. La persecuzione, preceduta dall’ostilità dell’autorità locale, è la logica conseguenza della predicazione e dell’attività taumaturgica degli apostoli. Ciò che il testo ci vuole tramandare è che non c’è nessuna rivalità… cosa a cui oggi inspiegabilmente assistiamo. La religione (= legame) non deve mai essere motivo di divisione tra gli uomini, ma deve sostanzialmente unire gli animi per arrivare a conseguire obiettivi spirituali e umani in grado di creare un mondo di Figli e Fratelli liberi di vivere la vita come dono prezioso ricevuto per essere custodito e dato totalmente agli uomini. Infatti, il testo precisa che la forza del Vangelo sta particolarmente nell’amore che è servizio. Proprio questo nuovo modo di vivere il rapporto con Dio, visto quasi sempre come “Padre” da servire, provoca l’ostilità dei capi del popolo e delle altre autorità. Il brano sottolinea come il mondo è lo scenario dove operano sempre due “potenze”: lo Spirito Santo che propone come ideale l’amore, la testimonianza e la carità; e il potere costituito che impone una visione di Dio, Padre e Padrone, pronto a punire colui che sbaglia. La religione vista in questo secondo modo porta alla divisione degli uomini e ha come conseguenza logica la persecuzione di coloro che vogliono far passare l’idea di Dio Amore… ciò che preoccupa le autorità umane è che la testimonianza degli apostoli può portare ( e porterà) ad un nuovo modello di società, che inevitabilmente destabilizzerà l’ordine imposto con la forza. Dopo questa panoramica, testo ci racconta del girono del processo. Abbiamo due schieramenti: le autorità locali al completo, gli apostoli con Pietro come portavoce, e lo Spirito Santo, secondo quanto già detto da Gesù, in coloro che devono rendere testimonianza. Colpisce come la forza di Pietro, umile pescatore di Galilea, è lo Spirito Santo. Rivolgendosi a tutti gli astanti, e inevitabilmente a noi, dice che la credibilità dell’uomo è legata all’amore che Dio ha infuso e continua a effondere continuamente nei nostri cuori e nella nostra esistenza. Il prendere coscienza che siamo Tempio dello Spirito, deve aiutarci a riscoprire come è bello ascoltare e lasciarsi guidare da questa presenza che ci conduce sulla retta vita. Poiché siamo giudicati… spesso la società è infastidita dalla capacità di alcuni di operare il bene. Tutto questo può essere legato al fatto che coloro che “governano” non vedono la loro vita come una “missione” rivolta al popolo e agli emarginati, ma solo come una “sistemazione” o un “accomodare” le proprie cose/affari. Il testo precisa che fare il bene significa restituire alle persone quella capacità di stare in piedi, di sorridere, di essere autonomi, di essere indipendenti, di essere liberi di esprimere la propria opinione… e ringraziare Dio per il dono della vita. Sappiatelo tutti voi… cosa bisogna sapere? Se l’uomo è in grado di arrivare alla libertà, alla felicità e a tutto ciò che lo valorizza come uomo, è solo grazie al progetto salvifico di Dio. Ancora una volta il testo suggerisce che Gesù è Colui che incarna al 100% la volontà del Padre. Nel nome… il nome nella tradizione biblica testimonia l’importanza della persona a cui è dato e tutto ciò che ad essa appartiene. Il nome è sempre “Teoforo”, esprime il progetto che Dio ha sulla persona o sul genere umano. E quando nome e progetto coincidono (così è per Gesù) si è all’apice. Siffatta espressione significa che i credenti nel Cristo fanno la gioiosa esperienza, mediante l’opera salvifica operata dal Cristo, di essere partecipi della sua vita risorta. Per dire l’importanza dell’evento salvifico si riprende il Salmo 118: Egli è la pietra disprezzata… questa immagine non allude alla “chiave di volta”, ma più verosimilmente alla pietra di fondamento nell’angolo esterno (anteriore), con la quale si dà inizio alla costruzione, stabilendo la posizione e l’orientamento dell’edificio. Siamo di fronte alla volontà di Dio che ha fatto di Gesù, ripudiato e scartato dagli uomini, il fondamento del suo nuovo edificio, la roccia di salvezza. In Gesù in credente è chiamato ad orientare la propria vita e la propria esistenza verso Dio Padre, a dare un senso preciso alle proprie azioni, in significato serio alla sua vita… perché alcune volte la direzione della vita è “obbligata” da ciò che ci circonda. Bisogna ricordarsi che spesso il mondo le cose serie le scarta a priori. Il testo insiste nel dire che ci sono due tipi di salvezza: quella illusoria proposta dal mondo degli uomini, e il cambiamento, la buona notizia = vangelo, riservato a tutti da parte di Dio… perché Lui non fa preferenze di persone e pensa solo ad amare incondizionatamente e senza tornaconto. Questa è la vera felicità per la quale si è perseguitati.

 

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