Lectio Divina - 09/05/2012

At 10,25-26.34-35.44-48

25 Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. 26 Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!». 34 Pietro allora prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, 35 ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. 44 Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. 45 E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; 46 li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: 47 «Chi può impedire che siano battezzati nell'acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». 48 E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.

Lectio

In questo testo Cornelio si comporta da “timorato di Dio” e vede in Pietro un suo inviato. Davanti a questa scena l’Apostolo ha l’occasione di proclamare l’uguaglianza fondamentale di tutti gli uomini. Mentre PietroCornelio gli si gettò… Questo farsi incontro mostra l’atteggiamento umile nei confronti dell’inviato di Dio. Pietro però respinge questo omaggio, allo scopo di dire la sua umiltà esemplare: Pietro sa di essere, alla pari del suo interlocutore, un semplice uomo e solo uno strumento di Dio sotto la guida dello Spirito. È quindi rimosso l’ostacolo della discriminazione religiosa tra Giudei e Gentili, come conferma anche l’amichevole conversazione tra Pietro e Cornelio (v. 27). Pietro allora prese… Pietro comincia il suo discorso sostenendo la tesi formulata fin dall’inizio: la salvezza è destinata a tutti gli uomini (v.34). Infatti si rende conto che per Dio non esiste differenza di stato e sesso, di razza e popolo, neppure – e questa la scoperta rivoluzionaria – di confessione religiosa. Inoltre, c’è da precisare che Luca non cancella il privilegio di Israele come popolo che ha ricevuto la rivelazione, ma afferma che il vangelo nato in seno al popolo eletto è destinato al mondo intero. Luca tuttavia pone una condizione previa: il timore di Dio e il praticare la giustizia, cioè l’onore reso a Dio nell’accogliere la sua volontà e lo sforzo di incarnarla in un comportamento sociale conforme al volere divino. Si ha una visione ottimista nei confronti del mondo pagano: ovunque possono esistere uomini che conducono una vita gradita a Dio; e le loro opere buone li dispongono ad accogliere il vangelo. Cornelio è il prototipo di tutto questo!!! Pietro stava ancora parlando… All’interno di questo contesto di salvezza si pone la Pentecoste dei Gentili. Lo Spirito Santo è effuso su tutti i credenti pagani, provocando il parlare in lingue e la lode a Dio: gli effetti sono simili alla prima Pentecoste, e si svolgono sotto gli occhi dei presenti giudeo-cristiani, colti di sorpresa. In modo inatteso, lo Spirito Santo si comunica prima del battesimo. La domanda del v.47 ha lo scopo di vincere definitivamente la riluttanza di coloro che si consideravano privilegiati, ma è contemporaneamente indirizzata anche ai lettori del libro che molto spesso esprimono riserve sulle scelte operate da Dio. Molte volte il fatto di essere considerati tutti uguali crea disagio e fastidio. Ma proprio questa effusione dello Spirito, che interrompe al momento opportuno il discorso di Pietro, dimostra che la nascita della Chiesa con membri provenienti dal paganesimo non è frutto della decisione dell’uomo. E ordinò che fossero battezzati… in questa logica delle cose l’apostolo dà ordine che i pagani vengano immersi totalmente nell’amore di Dio e facciano parte del progetto divino riservato ad ogni uomo. Con questo atto la Chiesa è così definitivamente andata ai pagani, è divenuta definitivamente una Chiesa di Giudei e di pagani. Qui, nella casa di Cornelio, si forma per la prima volta – almeno per alcuni gironi – una comunità mista di Giudei e pagani. Ancora, nel testo non si vuole negare il legame tra battesimo e dono dello Spirito Santo, ma si mette in luce l’iniziativa divina a favore dei pagani, che accolgono il vangelo. Ciò implica che la nascita della Chiesa con membri provenienti dal paganesimo non è neanche la conseguenza del rifiuto d’Israele, ma è voluta direttamente da Dio. Nel nostro racconto l’autore sacro considera l’effusione dello Spirito non come un momento del rito battesimale, ma come la sua legittimazione, e il battesimo appare come un atto di obbedienza della Chiesa all’iniziativa divina. Questo dono rende i pagano-cristiani uguali ai giudeo-cristiani, ciò che Pietro esplicita: “hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi” (v.47). Luca pone in questo modo il fondamento dell’accesso dei pagani al battesimo cristiano.

 

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