Lectio Divina - 22/9/2011

Mt 21, 28-32

28 «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si avvicinò al primo e gli disse: "Figliolo, va' a lavorare nella vigna oggi". 29 Ed egli rispose: "Vado, signore"; ma non vi andò. 30 Il padre si avvicinò al secondo e gli disse la stessa cosa. Egli rispose: "Non ne ho voglia"; ma poi, pentitosi, vi andò. 31 Quale dei due fece la volontà del padre?» Essi gli dissero: «L'ultimo». E Gesù a loro: «Io vi dico in verità: I pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio. 32 Poiché Giovanni è venuto a voi per la via della giustizia, e voi non gli avete creduto; ma i pubblicani e le prostitute gli hanno creduto; e voi, che avete visto questo, non vi siete pentiti neppure dopo per credere a lui.

Lectio

I primi tre versetti raccontano la parabola dei due figli che devono fare la volontà del Padre - fare la volontà del Padre è il filo logico del vangelo di Matteo - il seguito spiega la parabola enunciata. Noi vorremmo che ci fosse un’altro figlio, ma alla fine ci siamo noi che incarniamo i difetti di entrambi i Figli: ci ribelliamo, ma non osiamo dirlo; ubbidiamo per una forma di paura nei confronti del Padre. Nella vita di ciascuno di noi convivono le due realtà negative che bisogna scoprire per superarle. In realtà, il racconto sottolinea che è avvantaggiato chi dice no, perché dimostra una disponibilità al cambiamento; chi, invece, dice si è svantaggiato perché vive da succube il suo rapporto con il Padre. Allora se il tema della parabola è il cambiamento e la conversione; può cambiare e convertirsi solo chi si accorge di non essere a posto; la persona che sta bene e si sente a posto, non cambierà mai!!! Il peccato contro lo Spirito (cfr.Mc 3,29), che è peccato contro la verità, lo si può consumare nel silenzio della propria vita senza accorgersene: vivere in una situazione di menzogna negando a se stessi ciò che si è. Ma bisogna dire che se non riconosciamo che la nostra volontà è contraria a quella di Dio, non possiamo essere salvati. Dio salva i peccatori, non coloro che si reputano giusti e continuano a vivere da tali… illudendosi. Sotto questa presunta maschera di giusto, c’è la voglia di non riconoscere che spesso e volentieri si dice no e si preferisce non tirarne le conseguenze. Ecco dunque l’affermazione di Gesù: “le prostitute e i pubblicani ci passano avanti” . Non è un paradosso, ma semplicemente la verità. Questi ci precedono non perché essi facciano la volontà di Dio, ma sanno di sbagliare e accolgono l’invito alla conversione… questo è il loro vantaggio. Che ve ne pare… Gesù domanda un parere ai sui diretti interlocutori, che in questo caso sono i Farisei = i giusti per eccellenza. E racconta la parabola dei due figli che stanno in un’unica casa e che hanno a che fare con il Padre. Ma il concetto che viene fuori è quello di un Padre che è visto, in ogni caso, come “padrone” capace di togliere la libertà e il gusto del vivere. Allora la soluzione è: allontanarsi da Lui e fare ciò che ci piace, oppure continuare vivere in un contesto di eterna schiavitù. Infatti in determinati momenti o tappe della vita i genitori danno terribilmente fastidio: tutto diventa onere, fatica, continuano a fare ombra nella vita, etc. Nasce il desiderio di essere padre di se stessi!!! Ci si trova di fronte ad una famiglia allo sbaraglio… non esistono rapporti di dialogo o collaborazione. E si tocca con mano il rancore nei confronti di questo Padre. Ma la cosa più grave è che l’uomo non accetta di fare riferimento al suo “principio” e preferisce essere principio di se stesso: si rimuove la propria origine. Dal testo emerge che gli uomini preferiscono “non ricevere” ma essere il principio della propria vita. Il figlio che si ribella dimostra di avere un’immagine più nitida di Padre, rispetto a fratello che vive con la “spada di Damocle” e ubbidisce senza sapere il motivo. Figlio (è un vocativo)… la nostra vera vocazione è essere chiamati “figlio”: accettare che Lui è Padre. Se non si accetta di essere “figlio”, non si accetta nessuna realtà connessa a questa verità. L’essere figlio comporta l’avere dei genitori, dei fratelli, etc. è questa la mia identità!!! Come figlio ho ricevuto tutto; per cui se non accetto questa verità, la voglia che viene è quella di “stravolgere” tutto. Da questa realtà nasce la missione: vai a lavorare… se sono figlio sono chiamato a lavorare nella vigna (popolo di Dio) e a produrre frutti di fratellanza. Oggi… siccome il futuro non ci appartiene; bisogna andare “oggi”, mai aspettare o fare aspettare per produrre frutti di fratellanza… tutto va vissuto “oggi”, perché “oggi” può essere il giorno utile alla mia e altrui salvezza. Non voglio… è un figlio onesto: non ha voglia di vivere da figlio facendo opere di misericordia, perdono, mitezza etc. magari ha in mente di vivere alla maniera del mondo!!! In fondo riconosce che c’è qualcosa il lui che gli impedisce di “fare frutti buoni”. Si riprende, in un certo senso, in questa reazione l’espressione della Genesi: il cuore dell’uomo è incline al male dal seno materno (Gen 8,21). Pentitosi andò… è in grado di pentirsi. Il pentimento nasce dal fatto che ha scoperto la verità. Se non si scopre la verità (il contrario della colpa che mi attanaglia) non si arriva alla possibilità di cambiamento. Rivoltosi al secondo… il motivo del “Si” è legato alla mancanza di coraggio nel dire “No”. Molte volte si dice “si” perché si ha paura: mi potrebbe punire! Ci sono tanti motivi che impediscono di vedere il “marcio” che c’è in noi… e allora preferisco accontentarLo con un “Si”. Il testo precisa che è un “si” mentito, perché il cuore è da un’altra parte. Se si vuole si può mentire a tutto e tutti, Dio compreso, giammai a se stessi. Un insegnamento è questo: abituarsi ad essere onesti con se stessi, perché siamo in grado di mentire anche a noi stessi. In alcune circostanze siamo bravi a camuffare tutto con una sillaba. È una cosa antipatica sentire dire: Si, Signore! di fronte a Dio si vive da servi e non da figli. Chi dei due ha compiuto la volontà… la risposta è scontata: il primo. E Gesù disse… comprendono che Gesù sta parlando di loro (anche di Noi)… voi pronunciate la vostra condanna: siete come l’altro che non fa la volontà del Padre in quanto non riconosce il proprio “No”, che è il primo gradino per arrivare alla verità e cambiare. Pubblicani e prostitute… persone detestate che collaborano coi pagani per sfruttare il popolo e si vendono; questi sono migliori, perché quanto meno non vendono e non comprano Dio. I veri pubblicani e prostitute sono i “figli di Dio” che vivono nell’ipocrisia dell’essere figlio e non accettano l’invito alla conversione, che consiste nel “buttare via” la maschera dell’ipocrisia e iniziare a vedere la vita in rapporto d’amore con il Padre e con i fratelli. Pubblicani e Prostitute ci precedono perché sanno di sbagliare e accolgono l’invito alla conversione. Riconoscere il proprio errore è parte integrante della dignità dell’uomo… è segno di profonda intelligenza e grandezza. Uno che non riconosce la possibilità di errore, o è disonesto oppure è ottuso. La maturità si conquista con il riconoscimento dei propri errori e la consapevolezza che c’è Qualcuno che apprezza la mia onestà. L’illuminazione cristiana consiste nel riconoscere la propria realtà, che è quella che dicendo “No” alla proposta del Padre mi allontano dalla mia Verità. Compito dell’illuminazione è suscitare la coscienza del peccato, che mi permette di sperimentare la “dolcezza di Dio” e la mia verità più profonda. Nella coscienza del peccato scopro l’amore gratuito di Dio che “tocca” la parte peggiore di me e la risana con il suo amore. Ma tutto questo può avvenire se si riconosce la possibilità di dire “NO”. A questo punto, a mò di esempio, è bello ricordare come Paolo sulla via di Damasco comprende di essere cieco solo dopo essere stato “Folgorato” dall’Alto e che per tornare a vedere è opportuno riconoscere la cecità di cui era affetto prima di quell’incontro (cfr. Atti 9). È venuto a voi Giovanni… il rifiuto di Giovanni è legato al fatto che ha chiesto la conversione a chi si “reputa/va” giusto. La reazione immediata, secondo il cosiddetti giusti, è che ha un demonio perché non può fare questa proposta sconclusionata. I pubblicani e le prostitute gli hanno creduto: hanno accettato l’invito a convertirsi e così possono entrare nel Regno dei Cieli. È la conversione ciò che fa la differenza, non la bravura. Voi… esprime il desiderio di Gesù di lasciarsi illuminare e uscire fuori dalla cecità. Questa parabola scopre la nostra nudità… ed è questa una vera benedizione.

 

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